Elezioni in Austria: il mondo di oggi senza Hofer
Questo news brief è pubblicato nell’ambito della linea strategica dell’ISMU su
Immigrazione e futuro dell’Europa
di Pierre Georges Van Wolleghem
“I nostri padri erano tenacemente compenetrati dalla fede nella
irresistibile forza conciliatrice della tolleranza. Lealmente credevano
che i confini e le divergenze esistenti fra le nazioni o le confessioni
religiose avrebbero finito per sciogliersi in un
comune senso di umanità, concedendo così a tutti la pace e
la sicurezza, i beni supremi.”
Stefan Zweig, Il Mondo di Ieri, 1942
Norbert Hofer, leader del partito di estrema destra Partito delle Libertà (FPÖ), ce l’aveva quasi fatta lo scorso Maggio, perdendo con uno scarto di soli 31.000 voti[1] contro il rivale Alexander Van der Bellen del partito dei Verdi. Mentre molti, in Europa, tiravano un sospiro di sollievo di fronte alla sconfitta del Partito delle Libertà, la Corte Costituzionale esaminava le irregolarità del voto, finendo così per annullare il risultato elettorale del secondo turno. Il primo turno, tuttavia, aveva visto Hofer inequivocabilmente in testa con il 35% delle preferenze.
Lungi dal considerarla una sconfitta, per il FPÖ si trattava presumibilmente di un passo in più verso il potere. Quello dell’immigrazione è un tema presente nella politica austriaca sin dagli anni Ottanta, introdotto e politicizzato principalmente grazie all’ascesa del FPÖ di Jörg Haider, oltre che, in misura minore benché significativa, dei Verdi[2]. Le elezioni politiche del 1999 avevano rotto trent’anni di Grande Coalizione sinistra-destra in Austria in seguito all’entrata nel governo del FPÖ nel febbraio del 2000. Ma Jörg Haider era arrivato secondo, raccogliendo circa il 27% dei voti. Hofer arrivò primo al primo turno. Le elezioni erano inoltre differenti. Nel 1999 si trattava di elezioni politiche, più rilevanti nel sistema austriaco rispetto alle presidenziali, come a tutt’oggi. A tali elezioni è accordata tuttavia un’importanza particolare. Esse sembrano infatti segnare una svolta nella politica austriaca[3] e, in special modo, rappresentano per l’Europa l’ennesimo esempio di virata verso l’estrema destra.
Come la maggior parte delle sue controparti europee (per citarne solo alcune, Marine Le Pen, Frauke Petry, Geert Wilders) la campagna elettorale di Hofer ha posto l’accento sui pericoli dell’immigrazione[4]. Hofer è un uomo dai modi garbati e che durante la campagna elettorale se ne andava in giro con una pistola Glock calibro 9mm (tipica fierezza austriaca in tema di armi) come “naturale conseguenza” dell’immigrazione, sosteneva[5]. Ma un po’ alla stregua di Marine Le Pen con il Fronte Nazionale in Francia, Hofer è riuscito a levigare l’immagine del suo partito, rifuggendo le insidie di un discorso politico troppo duro. A un giorno prima delle elezioni, gli veniva già attributa la vittoria alle urne di 15 punti percentuali in più rispetto al suo avversario[6]. Benché resisi conto nei mesi successivi di quanto non convenisse credere troppo alle previsioni (la Brexit, l’elezione di Trump), le elezioni del 4 dicembre destavano comunque preoccupazione.
Per il primo turno di Aprile, è stato il 68,5% degli elettori a esprimere la propria preferenza, e solo il 2,1% delle schede è risultata invalida[7]. Per il secondo turno, invalidato poco dopo, l’affluenza alle urne è stata del 72,8%, leggermente più alta rispetto a quella del primo turno[8]. Si sarebbe potuto pensare che il primo turno avrebbe fatto scattare un campanello d’allarme relativo al secondo turno, un po’ come il passaggio di Le Pen –padre– al secondo turno in Francia nel 2002. Tuttavia, con riferimento a elezioni precedenti, l’affluenza al secondo turno non si è dimostrata particolarmente mobilitante (vedi figura 1).
Figura 1 – Affluenza alle urne in Austria dal 1998 a maggio 2016 (in %)
Le elezioni nuovamente indette hanno confermato la vittoria di Van der Bellen, facendo tirare all’Europa un sospiro di sollievo. Dopo la Brexit, il referendum di Orban, il Partito dei Finlandesi al governo in Finlandia, i successi del Partito del Popolo Danese, Alba Dorata e il Fronte Nazionale, gli europei credo abbiano bisogno di una pausa rispetto al discorso politico anti-migratorio. Tuttavia, tale boccata d’ossigeno potrebbe non durare a lungo, considerato quanto saranno complesse le prossime elezioni in Olanda, Francia, Germania, Ungheria e forse in Italia (come emerso in questi giorni, dopo l’esito referendario). Per il momento l’Austria ha sventato il tracollo. Sarà forse dovuto a una più alta mobilitazione dell’elettorato? Non esattamente. I risultati preliminari del Ministero dell’Interno antecedenti al conteggio dei voti postali mostrano un’affluenza del 64,6%[9]. Ancora non è chiaro se la percentuale di affluenza cambierà dopo tale conteggio; ciò che è certo, invece, è che non dovrebbe superare il 72,8% del secondo turno invalidato. Si tratta per caso dell’effetto Gertrude, ovverosia la testimonianza di un 89enne sopravvissuto all’Olocausto divenuta virale sul web[10] pochi giorni prima delle elezioni? Sono stati molti gli Austriaci che hanno guardato questo discorso commovente contro Hofer e l’estrema destra, ma non è certo se ciò abbia avuto un effetto dirompente sui voti.
Una cosa è sicura: in Austria si è creata una barriera contro la corrente dell’estrema destra che vuole colpire l’Unione. Ne Il Mondo di Ieri, Zweig parlava di un’Austria tollerante, informata e fiorente, di un’Europa della cultura e dell’arte; parlava anche di un mondo sull’orlo del precipizio. Le elezioni dello scorso 4 dicembre in Austria sembrano aver allontanato l’Europa dal tracollo… per ora, se non altro.
[1] Si vd. Le Monde (in francese): http://www.lemonde.fr/international/article/2016/07/01/l-election-presidentielle-autrichienne-invalidee_4961933_3210.html
[2] Kraler, A. (2011) ‘The Case of Austria’. In Zincone, G., Penninx, R., and Borkert, M. (eds) Migration Policymaking in Europe. The Dynamics of Actors and Contexts in Past and Present (IMISCOE Research), pp. 21–60.
[3] Si vd. London School of Economics: http://blogs.lse.ac.uk/europpblog/2016/05/03/a-long-goodbye-to-the-grand-coalition-austrias-presidential-election/
[4] Si vd. London School of Economics: http://blogs.lse.ac.uk/europpblog/2016/03/01/austrias-presidential-election-is-set-to-be-another-vote-dominated-by-the-issue-of-immigration/
[5] Si vd. The Telegraph: http://www.telegraph.co.uk/news/2016/05/22/who-is-norbert-hofer-and-should-europe-be-worried-about-him-beco/
[6] Si vd. Express: http://www.express.co.uk/news/politics/739332/Norbert-Hofer-Far-right-wing-Austria-politics-President-election-Green-Bellen
[7] Si vd. Austrian Ministry of the Interior: http://wahl16.bmi.gv.at/
[8] Si vd. Election Guide: http://www.electionguide.org/countries/id/15/
[9] Si vd. Austrian Ministry of the Interior: http://wahl16.bmi.gv.at/
[10] Si vd. BBC: http://www.bbc.com/news/world-europe-38133209