Elezioni legislative nei Paesi Bassi
Elezioni legislative nei Paesi Bassi.
Che vinca o che perda, Geert Wilders avrà segnato il corso della politica olandese
di Luca Merotta
Breve cronaca di come i partiti tradizionali abbiano adattato il proprio programma sull’immigrazione per non cedere voti agli euroscettici.
Con l’avvicinarsi delle elezioni legislative nei Paesi Bassi, il dibattito politico nazionale diventa sempre più acceso. Tra i vari temi, immigrazione e Unione europea sono particolarmente importanti per i partiti, che hanno espresso a tal proposito la loro opinione.
Il partito sotto i riflettori è senza dubbio il partito della destra populista e euroscettica PVV, guidato da Geert Wilders. Il PVV è stato in testa ai sondaggi per gran parte del 2016 e, sebbene stia perdendo terreno a pochi giorni dalle elezioni, è senza dubbio riuscito ad indirizzare il dibattito politico nazionale.
Con sorprendente concisione, il partito ha pubblicato un programma elettorale di una pagina che molti ora indicano come “il programma A4” e che contiene forti posizioni contro l’islamizzazione del paese e l’appartenenza all’Unione europea. Tra gli obiettivi nel campo dell’immigrazione e dell’integrazione, il partito propone la chiusura delle frontiere nazionali e lo stop alle domande di asilo e ai migranti provenienti da paesi musulmani, la detenzione preventiva dei musulmani integralisti, la denaturalizzazione dei criminali con doppia nazionalità, la chiusura delle moschee e delle scuole islamiche, e la proibizione del Corano. Sull’Unione europea Wilders è molto chiaro: i Paesi Bassi devono tornare indipendenti e uscire dall’Unione europea.
Nonostante molti si sentano confortati dalle basse speranze di Wilders di formare un governo di coalizione in caso di vittoria, il PVV ha senza dubbio avuto un impatto sulle strategie con cui i partiti tradizionali hanno formulato i propri programmi in queste elezioni. Se da un lato i due partiti che costituiscono la coalizione uscente, il VVD (affiliato all’ALDE) e il PvdA (affiliato al PES) hanno diverse posizioni su molti temi alla luce delle loro diverse ideologie, dall’altro sono accomunati da una certa posizione critica sull’immigrazione e l’Unione europea alimentata dalla crisi migratoria, il terrorismo e, naturalmente, il vantaggio elettorale di Wilders.
Entrami i partiti hanno orientato il proprio approccio sull’immigrazione verso elementi interni, come la coesione sociale, o hanno cercato di delegare le questioni migratorie al di fuori del loro campo di competenza. Il VVD sostiene l’outsourcing della politica migratoria europea a paesi terzi e un forte aiuto allo sviluppo internazionale secondo il motto “tutti i rifugiati hanno diritto alla protezione internazionale, ma ciò non significa che tale protezione debba trovarsi in Europa”. In quest’ottica, ciò che il VVD propone è in linea con quanto la Commissione europea sta promuovendo con il patto tra UE e Turchia, le trattative in corso con il governo libico e gli accordi di cooperazione con i paesi africani. Nel caso dei rifugiati eccezionalmente accolti nel paese, il PVV promette procedure di domanda d’asilo più snelle e efficienti, maggiori misure di lotta alla discriminazione, il rispetto dell’interesse superiore del minore in casi di ricongiungimento familiare e minori accompagnati, e una più equa condivisione delle responsabilità nella ricollocazione tra enti locali. Il PvdA, da parte sua, constata che molti cittadini provano un senso di abbandono nei confronti dell’Europa, dell’immigrazione e della globalizzazione, che potrebbe condurli ad abbandonare la politica tradizionale (un concetto ribadito anche dal Primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, che è stato membro del Primo governo Rutte come ministro del PvdA fino al 2014). A tal proposito, il PvdA ha proposto un programma elettorale basato sulla giustizia e l’equità sociale per non “abbandonare nessuno” e prevenire il populismo e che prevede maggiori misure di lotta alla discriminazione e una più funzionale ricollocazione dei richiedenti asilo che tenga in considerazione le dimensioni e le condizioni degli enti locali.
Forti critiche da parte di entrambi i partiti sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione sono state presenti anche nei media. A pochi mesi dalle elezioni, il Primo ministro olandese Mark Rutte (VVD) è stato criticato per un manifesto elettorale che invitava coloro che rifiutavano di abbracciare i valori del Paese ad andarsene; un tentativo, secondo molti, di simpatizzare con l’elettorato disilluso del PPV. Il Ministro e vice Primo ministro Lodewijk Aascher ha persino messo in discussione la libera circolazione delle persone nell’Unione europea, sostenendo che abbia importato una manodopera a basso costo, che abbia ridotto i salari e che, di conseguenza, debba essere riformata. Brexit, in quest’ottica, sarebbe un’opportunità da non perdere.
Dal momento che la scena politica olandese è storicamente frammentata, l’opinione degli altri partiti di medie dimensioni conta, poiché questi ultimi potrebbero formare una coalizione con il partito vincente in parlamento. I cristiano-democratici della CDA (affiliata al PPE) e i liberali dei D66 (affiliati all’ALDE) sono stati indicati come i partner preferiti dal VVD. Sul tema dell’immigrazione, la CDA ribadisce la strategia di Mark Rutte sulla creazione di zone di accoglienza temporanee in paesi terzi, aggiungendo la possibilità di rimpatriare i rifugiati alla fine dei conflitti per permettere loro di partecipare alla ricostruzione del proprio paese. Allo stesso tempo, la ricollocazione dei rifugiati sul territorio nazionale non dovrebbe essere un processo top-down bensì un processo in cui gli enti locali partecipino direttamente. È interessante notare che la CDA sostiene il sistema di ricollocazione basato sulle quote e proposto dalla Commissione europea nel 2015, il che potrebbe metterli in disaccordo con la politica migratoria di outsourcing proposta dal VVD. I D66 adottano un approccio più soft sui richiedenti asilo, ma sostengono che un flusso migratorio senza regole potrebbe compromettere la coesione sociale a livello locale e che la migrazione legale dovrebbe essere promossa, ad esempio con un sistema selettivo di blue card. Il partito dei Verdi (affiliati al gruppo Verdi/ALE), che potrebbe governare in coalizione con il PvdA, propone di promuovere la migrazione per motivi di lavoro abbassando la soglia di salario richiesto per ottenere un visto, sviluppando ulteriormente il Sistema europeo comune di asilo ed erogando corsi di lingua e di integrazione ai richiedenti asilo non appena la loro domanda di asilo viene registrata.