Elezioni tedesche: riassunto dei programmi

di Marta Regalia

Domenica 24 settembre 2017 la Germania eleggerà i membri del Bundestag (Camera bassa). Il Bundestag è composto da 598 membri (ma il numero è variabile) eletti tramite un sistema elettorale di “rappresentanza proporzionale personalizzata”. Gli elettori hanno due voti: uno per il collegio uninominale che elegge metà dell’Assemblea e uno per le liste nella parte proporzionale.

Dei 38 partiti che si sono presentati, solo sei saranno probabilmente in grado di superare la soglia del 5% o di vincere un seggio nella parte maggioritaria: l’Unione cristiano-democratica/Unione cristiano-sociale (CDU/CSU), il Partito social-democratico (SPD), La Sinistra (Die Linke), l’Alleanza 90/I verdi (Grünen), il Partito liberal-democratico (FDP), e Alternativa per la Germania (AfD).

L’Unione cristiano-democratica (tedesco: Christlich Demokratische Union Deutschlands, CDU), con la sua controparte bavarese, l’Unione Cristiano-sociale (tedesco: Christlich-Soziale Union in Bayern, CSU), è un partito cristiano-democratico e liberal-conservatore. Il leader della CDU, Angela Merkel, è l’attuale cancelliere. Nel suo programma, la CDU/CSU mette in relazione la questione dell’immigrazione con quella del futuro dell’Unione Europea. La CDU/CSU vuole un’Europa forte, affidabile, dinamica, libera, sicura e prospera. A questo fine, la CDU/CSU sostiene l’European Defence Union e l’European Defence Fund. Rivendica un controllo efficiente delle frontiere dell’UE contro l’immigrazione clandestina attraverso il rafforzamento di Frontex e il completamento dell’European Asylum System. Propone il EU-Turkey Refugee Agreement come modello per futuri accordi con altri paesi. Inoltre, sottolinea la responsabilità congiunta degli Stati membri dell’UE per l’accoglienza dei rifugiati che hanno il diritto alla protezione se si trovano sotto minaccia di persecuzione o in gravissime difficoltà. Tuttavia, il programma elettorale della CDU/CSU promette che non si ripeterà quanto avvenuto nel 2015, quando la situazione emergenziale arrivò in Germania il più grande numero di rifugiati del dopoguerra, intensificando gli sforzi di rimpatriare, o se necessario deportare, le persone a cui è stato rifiutato l’asilo. Per ridurre il numero di richiedenti asilo, la CDU/CSU propone di dichiarare Algeria, Marocco e Tunisia paesi di origine “sicuri” e di lavorare con le organizzazioni internazionali per migliorare le condizioni di vita dei rifugiati nei loro paesi d’origine. Infine, il programma della CDU/CSU sostiene che l’UE deve migliorare la condivisione di informazioni tra i servizi di sicurezza degli stati membri e deve stabilire un registro di entrate/uscite al più presto[1].

Il Partito social-democratico (tedesco: Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) è guidato da Martin Schulz. L’SPD è un fervente sostenitore del progetto europeo. Si oppone alle forze populiste e nazionaliste lavorando per una più forte coesione e solidarietà europea. A questo fine, propone la riforma delle istituzioni europee, il rafforzamento dell’economia europea, la riduzione della disoccupazione, il coordinamento delle politiche economiche degli stati membri, l’eliminazione del dumping sociale, la creazione di un regime fiscale comune, il rafforzamento delle politiche di sicurezza e difesa, il miglioramento delle infrastrutture europee e dei welfare state degli stati membri. Nel suo manifesto elettorale, l’SPD dichiara di essere a favore di una più aperta, ma controllata, politica dell’immigrazione. L’SPD vuole proteggere i confini dell’UE rafforzando Frontex e ridistribuendo i rifugiati tra gli stati membri. Questo punto è cruciale nella concezione di cooperazione europea dell’SPD: i paesi che accolgono i rifugiati dovrebbero avere maggiori finanziamenti dall’UE, superiori alle spese dell’accoglienza, mentre i paesi che rifiutano gli immigrati dovrebbero avere perdite sostanziali. L’SPD propone di meglio integrare i rifugiati, ma di rimpatriare coloro che non hanno diritto all’asilo. Inoltre, l’SPD vuole una chiara legge sull’immigrazione e dichiara il suo impegno per una politica estera di pacificazione e stabilizzazione nei paesi in conflitto così da lottare contro le principali cause delle migrazioni. Per porre un freno all’immigrazione clandestina, l’SPD propone nuovi canali di immigrazione economica legalizzata per attrarre lavoratori specializzati di cui la Germania ha bisogno attraverso un sistema a punti. Infine, il programma dell’SPD promette procedure di asilo più veloci, una politica di integrazione coerente e un sistema di rimpatri più efficiente attraverso la cooperazione e gli accordi con i paesi d’origine[2].

La sinistra (tedesco: Die Linke, Linke) è un partito socialista. Dal 2012 è guidato da Katja Kipping e  Bernd Riexinger. Nel suo programma elettorale, il partito propone di ripartire da zero nella costruzione di un’Unione europea basata su pilastri sociali e non economici. La Linke propone un piano d’azione europeo contro la disoccupazione e per un’economia socialmente equa e eco-sostenibile. Per quanto riguarda l’immigrazione, la Linke rigetta le politiche di immigrazione e integrazione che garantiscono i diritti sociali e politici sulla base dell’”utilità” dei lavoratori. Al contrario, promuove confini aperti, ritiene che la politica europea delle porte chiuse sia inumana e conseguentemente chiede l’abolizione di Frontex. La Linke non propone modelli d’integrazione, ma preferisce il multiculturalismo. Nel suo programma elettorale, offre la cittadinanza tedesca a tutti i bambini nati in Germania e i cui genitori vivono in Germania[3].

L’Alleanza 90/I verdi (tedesco: Bündnis 90/Die Grünen, Grünen) è un partito ecologista che si focalizza sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. I suoi leader sono Simone Peter e Cem Özdemir. Il programma dei verdi propone un progetto di Europa più coesa che può essere più forte nelle politiche estera, sociale e ambientale. “L’Europa è la nostra casa e il nostro futuro”, dicono. Come altri partiti, i verdi collegano le proposte in materia di politica migratoria con il ruolo centrale che l’UE dovrebbe svolgere in tale ambito. I verdi chiedono che la Germania continui ad accogliere le persone che scappano da guerra e violenze. Vogliono regolare razionalmente l’immigrazione e promuovere l’integrazione al fine di una pacifica convivenza tra i popoli di differente origine e religione. Propongono una legge sull’immigrazione attraverso lo stabilirsi di un ministero dell’immigrazione e dell’integrazione indipendente che dovrebbe favorire l’immigrazione qualificata. Propongono infine una politica di integrazione economica, culturale e sociale e sono a favore dello ius soli, che tuttavia deve basarsi sulla reciproca e vera accettazione della costituzione e dei suoi valori[4].

Il Partito liberal-democratico (tedesco: Freie Demokratische Partei, FDP) è un patito liberale guidato da Christian Lindner. Il programma dell’FDP chiede un ruolo più forte dell’Ue nelle politiche migratorie e di asilo. L’FDP vuole sostanziali riforme delle istituzioni europee, la cui situazione corrente critica fortemente, ma vede nella stessa UE la possibile soluzione ai problemi presenti. Chiede quindi una maggiore integrazione e soluzioni comuni ai problemi dell’ambiente, dell’energia, dell’immigrazione, della sicurezza, ecc. anche se questo dovesse portare ad un’Europa a più velocità. Per quanto riguarda l’immigrazione, l’FDO vuole una protezione efficace dei confini dell’UE attraverso un rafforzamento di Frontex. Tuttavia ritiene che la soluzione all’emergenza rifugiati dovrebbe essere una più equa distribuzione dei richiedenti asilo che dovrebbero essere accolti se la loro vita è in pericolo. L’FDP non vuole il blocco dell’immigrazione, che invece ritiene necessaria per una economia florida, ma una regolazione ed un controllo dei flussi che favorisca l’immigrazione qualificata. A questo fine, propone una legge sull’immigrazione con un sistema a punti per attrarre gli immigrati più qualificati. Inoltre, l’FDP vuole permettere ai rifugiati di lavorare nel caso fosse prevista una loro lunga permanenza in Germania. Allo stesso tempo, l’FDP è un fermo sostenitore dell’integrazione e della doppia cittadinanza[5].

Alternativa per la Germania (tedesco: Alternative für Deutschland, AfD) è un partito euroscettico di destra guidato da Frauke Petry e Jörg Meuthen. Il partito è fortemente e convintamente anti-Europeo e propone che la Germania esca sia dall’Unione europea che dall’Euro, poiché, sostengono, gli altri paesi e la BCE non hanno rispettato i Trattati. Il partito contrasta inoltre l’immigrazione: vuole cambiare il diritto internazionale riguardante i rifugiati ed i richiedenti asilo e chiudere immediatamente i confini per proteggere la cultura e il welfare state tedeschi. AfD vuole che Frontex ponga fine ai salvataggi nel Mediterraneo e chiede una forte politica anti-islamica[6].

La Figura 1 mostre la posizione dei partiti sull’immigrazione e sull’Unione europea. Valori negativi corrispondono ad atteggiamenti negativi. Quindi, per esempio, AfD è molto negativa sia verso l’immigrazione che verso l’UE, mentre l’SPD è a favore sia dell’Unione europea che di una politica più aperta nei confronti dell’immigrazione-

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[1]https://www.cdu.de/system/tdf/media/dokumente/170703regierungsprogramm2017.pdf?file=1&type=field_collection_item&id=9932

[2] https://www.spd.de/standpunkte/regierungsprogramm/

[3] https://en.die-linke.de/fileadmin/download/english_pages/programme_of_the_die_linke_party_erfurt_2011.pdf

[4]http://www.gruene.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BUENDNIS_90_DIE_GRUENEN_Bundestagswahlprogramm_2017_barrierefrei.pdf

[5] https://www.fdp.de/denkenwirneu

[6] https://www.afd.de/themen/