Alunni con cittadinanza non italiana. Rapporto nazionale 2013/2014

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Alunni con cittadinanza non italiana. Tra difficoltà e successi Rapporto nazionale 2013/2014

Anche quest’anno il gruppo di lavoro composto dai ricercatori della Fondazione Ismu e dai rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca ha redatto il rapporto nazionale. La pubblicazione si pone in continuità con quelle precedenti relative agli a.s. 2010/11 (“Verso l’adolescenza”), 2011/12 (“Approfondimenti e analisi”), 2012/13 (“L’eterogeneità dei percorsi scolastici”): essa rientra nelle attività previste dal protocollo d’intesa fra Miur e Fondazione Ismu, oltre che nella più recente collaborazione nell’ambito dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura, istituito il 9 settembre 2014.

Il volume, come di consueto, si propone di approfondire, con analisi statistiche puntali, le caratteristiche della presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in tutti i livelli scolastici, seguendo l’evoluzione del fenomeno in Italia e nei contesti regionali. Si continua a mantenere un approccio longitudinale, ovvero ricostruendo le esperienze scolastiche degli alunni stranieri nell’a.s. 2013/14 e, nello stesso tempo, rintracciando discontinuità e persistenze entro un arco temporale prolungato, attraverso la riproposta di indicatori utilizzati nei rapporti precedenti, ma anche con l’introduzione di nuovi dati e analisi.

Alcuni dati
Il Rapporto nazionale Ismu-Miur sugli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2013/2014 mette in luce che  oltre alle caratteristiche note — geograficamente incidenti soprattutto nelle aree più produttive del Centro-nord, con massicci inserimenti nelle scuole statali e in quelle professionali piuttosto che nei licei, spesso all’ingresso in Italia retrocessi al primo anno dell’ordine di corso competente, con ritardi scolastici che si concretizzano soprattutto fra gli 11 e i 15 anni di età, ecc. — anche una ancora maggior incidenza di ragazze nei licei tra i (pochi) stranieri che non tra i (molti) italiani (70,1% a 60,7%); un forte indirizzo marocchino verso le scuole professionali (dove incidono per il 12,2% sul totale degli stranieri) piuttosto che nei licei (5,7%) e nell’istruzione artistica (3,7%), al contrario ad esempio dei polacchi (1,3% contro 2,7% e 2,9%); maggiori incidenze delle scuole serali, sempre per le secondarie disecondo grado, tra peruviani (16%), brasiliani (15%), senegalesi (14%), egiziani (12%) e ecuadoriani (11%), e minori tra macedoni e cinesi (2%); un record dell’8% delle scuole in provincia di Prato a maggioranza assoluta straniera (13, di cui 7 d’infanzia, su 170), davanti a quelle di Piacenza (6%, cioè 14 su 246), Reggio Emilia (4%) e poi alle province di Brescia e Mantova e all’area milanese-brianzola (3%).
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