Rifugiati

Nel 2013 i migranti forzati nel mondo hanno raggiunto la cifra di 51,2 milioni, 6 milioni in più del 2012 e 9,2 milioni in più del 2011. É il dato più alto da quando sono disponibili rilevazioni statistiche sistematiche sul problema (dati Unhcr). Sempre nel 2013, nei 38 paesi dell’Europa, sono state presentate 484.600 domande di asilo, il 32% in più rispetto al 2012. In particolare l’Europa meridionale ha registrato un incremento dal 2012 al 2013 del 49%, arrivando a 89.600 domande, che rappresentano però solo il 18,5% del totale delle richieste presentate in Europa. Il paese della regione meridionale che ne ha ricevute il maggior numero è la Turchia, confinante con la Siria: 44.800, quasi la metà del totale regionale.

L’Italia, con 28.700 domande di asilo presentate nel 2013, ha segnato un incremento notevole rispetto al 2012 (oltre +10.480) ma è rimasta in una posizione di secondo piano nel panorama europeo dell’accoglienza. Il paese europeo che nel 2013 ha raccolto più domande è la Germania (109.600, +45.040 rispetto al 2012), ed è quello che da vent’anni accoglie più rifugiati al mondo dopo Pakistan e Iran. Seguono la Francia, con 60.100, e la Svezia con 54.300 domande. Nel 2013 oltre l’80% di persone con titolo per richiedere asilo (perché provenienti da paesi in guerra come Eritrea, Somalia, Siria) sono approdate in Italia via mare. Ma solo una parte dei 43mila sbarcati nel 2013 ha realmente presentato domanda di protezione internazionale in Italia. Molti hanno preferito transitare senza farsi registrare, approfittando della benigna negligenza di varie istituzioni preposte, per andare a domandare asilo a Nord delle Alpi.

Meno soddisfacenti sono invece i dispositivi dell’accoglienza successiva. Una volta tratti in salvo e distribuiti sul territorio, in misura preponderante nelle regioni del Sud, i rifugiati molto spesso vanno incontro a un destino non roseo.  Scarseggiano i progetti di formazione, avviamento al lavoro, integrazione nelle società locali. Incertezza sul futuro, passività, lavoro nero e saltuario, dipendenza assistenziale, sono il destino che attende gran parte di coloro che bussano alle porte dell’Italia in cerca di asilo. Di qui la necessità di attivare progetti di formazione, di avviamento al lavoro e di integrazione nelle società locali. Il recente aumento dei fondi e dei posti disponibili nei progetti SPRAR (il Sistema di Protezione e Accoglienza dei Rifugiati), portati a 20.000, indica una presa di coscienza del problema e fa sperare in una svolta.

Per altri dati consulta I numeri dell’immigrazione