Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati solo recentemente è divenuto oggetto di studi specifici, essendosi finalmente ampliato l’orizzonte che lo considerava soltanto per quella componente coinvolta in attività criminose. Tale fenomeno, infatti, rappresenta un modello di traiettoria migratoria molto particolare e in costante aumento sull’intero territorio europeo. Questi minori compaiono sul territorio italiano già a partire dalla fine degli anni Ottanta, ma la loro rapida crescita in termini quantitativi caratterizza l’ultimo scorcio degli anni Novanta, in concomitanza principalmente con l’aumento dei flussi migratori provenienti dai paesi dell’Est europeo.
La caratteristica che contraddistingue questi minori – e che li connota con specifici bisogni e aspettative – è il fatto di sperimentare l’esperienza migratoria da soli, senza famiglia o adulti di riferimento, anche se in realtà si tratta di un indicatore non del tutto adeguato, in quanto non sempre siamo di fronte a minori effettivamente soli: anzi, spesso, questi minori hanno dei contatti e sono inseriti in reti di connazionali o di familiari, che facilitano il loro arrivo e il loro inserimento in Italia, almeno in un primo momento.
Come evidenziano i risultati di alcune tra le ricerche più recenti, in Italia sono attualmente presenti almeno quattro differenti tipologie di minori non accompagnati: i minori richiedenti asilo, o per i quali sono previste misure di protezione temporanea per motivi umanitari; i minori che giungono in Italia per ricongiungersi con i propri genitori o altri parenti, i quali però non hanno i requisiti per poter avviare le procedure per un ricongiungimento familiare regolare; i minori sfruttati dai malavitosi; i minori – in prevalenza maschi di età superiore ai 14 anni – che giungono in Italia attraverso organizzazioni illegali per poi cercare un lavoro.
Sino a pochi anni fa, l’Italia si differenziava dagli altri paesi europei in quanto risulta scarsa la presenza dei minori richiedenti asilo – che era invece rilevante in alcuni altri Stati dell’Unione Europea –, mentre si rivelava prevalente la presenza di minori che vengono in Italia con l’unico esplicito obiettivo di trovarvi un lavoro. Complessivamente, dunque, nel nostro paese risultava maggioritaria la tipologia di minori non accompagnati che emigrano dal luogo d’origine per motivi economici, nella cornice di un progetto lavorativo molto spesso condiviso dai genitori, e che talora prevedeva anche una prima fase dedicata allo studio. A seguito, però, dei numerosi – e sempre più quantitativamente massicci – sbarchi degli ultimi anni, occorre segnalare che è aumentato il numero di minori richiedenti asilo, soprattutto a seguito delle mutate condizioni geopolitiche di molti paesi del Medio Oriente, come la Siria e l’Iraq.
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