Novità editoriali
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ANNO 2016
Diritti e condizioni di salute dei migranti forzati
di Veronica Merotta. Paper, dicembre 2016
La questione dei migranti forzati e delle loro condizioni di vita è oggetto del più attuale dibattito politico e pubblico, sia in contesto comunitario che nazionale. Mentre però il ruolo dell’UE risulta ancora di indirizzo, i governi nazionali e locali sono chiamati a governare il fenomeno come attori protagonisti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità recentemente si è attivata in modo propositivo e diretto, fornendo sia strumentazione che materiale di orientamento agli operatori.
Da un punto di vista giuridico, in Italia, sia coloro che non sono ancora richiedenti asilo perché appena giunti nel nostro Paese, sia i richiedenti asilo in attesa di riconoscimento del titolo di protezione internazionale godono dei medesimi diritti degli immigrati regolarmente presenti anche in termini di tutela della salute.
Migrant Integration in Sweden.
Main Emerging Issues from the Fieldworkby Veronica Riniolo. Paper, December 2016
Nel corso degli ultimi vent’anni, e con particolare riferimento al periodo più recente, la Svezia ha vissuto numerosi cambiamenti sia in termini di flussi migratori sia di politiche in materia di immigrazione e integrazione.
Il paper presenta i risultati di una ricerca sul campo condotta in Svezia tra il 2012 e il 2013. La ricerca ha inteso verificare la coincidenza o la non coincidenza – parziale o totale – tra i principi e gli ideali dichiarati dagli organismi ufficiali da un lato e le modalità con le quali le politiche sono effettivamente implementate e, quindi, tradotte nei vari settori e ambiti della società dall’altro.
Il paper conclude mettendo in luce una serie di gap tra il livello delle policies e i processi di inclusione dei migranti.
Ventiduesimo Rapporto sulle migrazioni 2016
L’Europa è stata investita nel 2015 da un’ondata migratoria senza precedenti: oltre un milione di migranti, provenienti principalmente dall’Africa e dal Medio Oriente, ha attraversato il Mediterraneo per approdare nel vecchio continente. Di fronte a una crisi umanitaria di tale portata, l’Unione europea ha mostrato segni di fragilità: alcuni Stati membri hanno infatti messo in discussione il trattato di Schengen e il Regno Unito ha addirittura scelto si abbandonare l’Unione.
In questo Ventiduesimo Rapporto la Fondazione Ismu mette in evidenza come i fenomeni migratori e le complesse sfide che essi portano con sé stiano costituendo un banco di prova, non solo per le politiche europee di immigrazione e asilo, ma anche per la tenuta stessa dell’Unione.
Il volume dedica particolare attenzione anche all’analisi della popolazione straniera in Italia che ha raggiunto al 1° gennaio 2016 5,9 milioni di presenze. Oltre alle consuete aree di interesse (demografia, normativa, lavoro, scuola, salute), il Rapporto approfondisce quest’anno alcuni temi di grande attualità come quello dei minori stranieri non accompagnati e il fenomeno del radicalismo islamico.
Baby gang di minori stranieri immigrati in Italia:
uno studio eplorativodi Simona Raspelli. Paper, novembre 2016
A partire da alcuni fatti di cronaca più recenti l’obiettivo da cui prende origine il presente contributo è quello di esplorare l’attuale situazione relativa al fenomeno delle baby gang composte da minori stranieri immigrati in Italia, attraverso la ricerca di materiale il più possibile aggiornato e l’interazione con attori sociali potenzialmente coinvolti sul tema a vari livelli, dalla prevenzione alla gestione.
Dopo una prima parte più descrittiva che propone, accanto a una riflessione sull’influenza mediatica sul tema in analisi, anche alcune piste interpretative sul fenomeno e sul contesto in cui si inserisce, il presente contributo presenta i risultati di una ricerca esplorativa effettuata più sul campo.
Ad esempio, l’episodio del capotreno aggredito col machete nel giugno del 2015 alla periferia nordovest di Milano dagli appartenenti alla “gang di latinos MS13” (cfr. IlFattoQuotidiano.it, 13 giugno 2015).
Le acquisizioni di cittadinanza italiana
di Alessio Menonna. Fact sheet, novembre 2016
Nel 2014 per la prima volta il numero di cittadinanze italiane concesse a stranieri maschi ha quasi eguagliato quelle concesse a straniere femmine, 42.576 a 42.950, ovvero il 49,8% del totale per i maschi contro il 50,2% per le femmine, mentre erano 3.968 contro 9.450 nel 2003, ovvero meno del 30% del totale per i maschi, e 30.890 contro 34.788 ovvero il 47% del totale per i maschi un decennio prima ovvero l’anno precedente agli ultimi dati disponibili del 201.
L’islam nelle carceri italiane
di Antonio Cuciniello. Paper, ottobre 2016
La popolazione detenuta in Italia è una realtà composita e complessa, e i cambiamenti demografici in atto in Italia influenzano inevitabilmente in modo diretto anche la sua composizione. Se nei primi anni ’90 gli stranieri rappresentavano poco più del 15% dei carcerati, oggi questi raggiungono il 35% del totale (18.311, di cui 17.441 uomini e 870 donne).
Da un punto di vista religioso, oltre alle presenze di cristiani di diverse confessioni, indù, sikh e buddisti, tra gli stranieri in regime di detenzione, la religione islamica è in percentuale quella prevalente. Un indicatore significativo è rappresentato dalla consistenza della componente maghrebina (Marocco: 3.146; Tunisia: 1.996; Algeria: 403), di cui la maggior parte si dichiara, o è presumibilmente, di fede islamica. Perciò, considerando anche i reclusi di provenienza asiatica e dall’Africa nera, si può stimare che più di un detenuto straniero su tre sia musulmano.
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ANNO 2016 – VEDI TUTE
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ANNO 2015
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