Richiedenti asilo: domande dimezzate nei primi 3 mesi del 2018
Comunicato stampa Fondazione ISMU
RICHIEDENTI ASILO
DOMANDE DIMEZZATE NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2018
Milano, 2 maggio 2018
Le gravi crisi che da anni coinvolgono numerosi Paesi del continente africano e ampie aree del Medio Oriente – prima fra tutte la crisi siriana iniziata nella primavera del 2011 – hanno determinato un incremento dell’afflusso di migranti richiedenti protezione internazionale verso l’Europa, in particolare con ingenti arrivi in Grecia e in Italia attraverso il Mediterraneo (oltre 1 milione gli sbarcati nel 2015). Se in Italia nel 2016 si registrava la cifra record di 181mila arrivi (tra questi ben 26mila minori non accompagnati), nel 2017 i migranti approdati sulle nostre coste sono scesi a 119mila. Il calo si conferma anche per i primi mesi del 2018: dal 1° gennaio al 2 maggio 2018 infatti sono sbarcati sulle coste italiane 9.467 migranti, il 75% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nei primi tre mesi del 2018 presentate 19mila domande. Secondo i dati del Ministero dell’Interno le richieste di asilo presentate in Italia nel 2017 sono state 130mila, il numero più alto registrato nel nostro paese, più del doppio rispetto a quattro anni fa. Nel confronto con il 2016 le richieste di asilo evidenziano un aumento lieve, pari al +5,4% (nel 2016 le richieste sono state 123.600), dovuto soprattutto al calo delle domande iniziato a luglio parallelamente al brusco rallentamento degli sbarchi a seguito degli accordi con la Libia. I dati relativi al primo trimestre del 2018 confermano tale tendenza: nel confronto con il 2017 le richieste di asilo risultano dimezzate ‒ 19mila contro 38mila ‒ e inferiori anche a quelle registrate nel primo trimestre del 2016. Sembra dunque evidente come tale calo sia riconducibile alla considerevole diminuzione degli sbarchi.
Tab. 1. Sbarchi, richieste di asilo, domande esaminate. Italia. Anni 1997-2017
* esaminati nell’anno, indipendentemente dalla data di richiesta asilo
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Ministero dell’Interno e UNHCR
Nazionalità dei richiedenti asilo. Le domande di asilo nell’intero anno 2017 sono state presentate soprattutto da nigeriani, bangladeshi, pakistani, gambiani e ivoriani. Dal 2014 al 2017 la Nigeria è stato il principale Paese di nazionalità dei richiedenti asilo; anche il Pakistan si conferma tra i principali paesi di provenienza dei migranti che chiedono protezione in Italia. Significativo l’aumento di domande di asilo da parte dei migranti originari del Bangladesh.
Il primo trimestre 2018 conferma il primato della Nigeria, ma si evidenzia un calo importante sia in termini assoluti – 2.500 richiedenti contro gli 8.200 del primo trimestre 2017 – sia in termini relativi laddove il peso sul totale dei richiedenti risulta meno significativo: oggi i nigeriani costituiscono il 13% dei richiedenti, mentre rappresentavano oltre un quinto del totale nello stesso periodo dell’anno precedente. Continua ad aumentare, invece, la presenza di richiedenti provenienti dal Bangladesh che nel primo trimestre 2018 con oltre 2.100 domande di asilo costituiscono il secondo gruppo nazionale e rappresentando l’11% di tutti i richiedenti. Al terzo posto si consolida il Pakistan al 10%. Dunque oltre un terzo delle domande di asilo riguarda migranti provenienti da questi tre paesi.
Tab. 2. Richiedenti asilo in Italia. Primo trimestre degli anni 2016-2018
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Ministero dell’Interno, Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo
I richiedenti asilo sono soprattutto uomini. I dati trimestrali confermano anche che le richieste di protezione riguardano soprattutto uomini, essendo tale componente nettamente prevalente (81% nel primo trimestre del 2018) sebbene in lieve calo a favore di un incremento di presenze femminili.
Aumentano i minori non accompagnati che fanno richiesta di asilo. I dati della Commissione Nazionale per il diritto di asilo evidenziano inoltre un importante aumento di domande presentate da minori non accompagnati: nell’intero anno 2017 sono stati oltre 9.700, il numero più elevato del quadriennio preso in esame (erano 2.500 nel 2014) e il 73,5% in più rispetto al 2016. Nel primo trimestre 2018 gli oltre 1.800 minori soli che hanno fatto domanda di asilo nel nostro paese costituiscono il 9,7% del totale dei richiedenti, mentre erano il 6% nello stesso periodo dell’anno precedente e il 5% nel 2016.
Tab 3. Richiedenti asilo in Italia per alcune caratteristiche demografiche. Periodo dal 1° gennaio al 31 marzo. Anni 2016-2018
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Ministero dell’Interno, Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo
La maggior parte delle domande ha esiti negativi. Nel corso dell’intero anno 2017 sono state esaminate 82mila domande (10mila meno rispetto al 2016). I migranti a cui non è stata riconosciuta alcuna forma di protezione hanno costituito il 52,4% del totale, cioè 42.700 casi. I dinieghi sono aumentati in particolare dal 2015, diventando la maggioranza degli esiti; negli anni precedenti, invece, tale percentuale era intorno al 30-40%. Confrontando i dati relativi al primo trimestre degli anni dal 2016 al 2018 si osserva che il numero di domande esaminate risulta mediamente sempre intorno alle 22-23mila unità, e che nei primi tre mesi del 2018 torna a salire la percentuale dei dinieghi (61,4%, comprensivo di non riconoscimenti e irreperibili). Scende invece rispetto al 2017 la quota di coloro a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato (6,3 vs 9,4). Tra gli esiti positivi prevale nel nostro Paese la concessione di protezione umanitaria: oltre 6.300 i migranti che hanno ottenuto tale permesso nel primo trimestre del 2018 – il 28% del totale esiti – e in crescita rispetto agli anni precedenti.
Tab. 4. Esiti delle domande di asilo in Italia. Periodo dal 1° gennaio al 31 marzo. Anni 2016-2018
* esaminati nell’anno indipendentemente dalla data di richiesta asilo; ** Diniego = non riconosciuti + irreperibili
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Ministero dell’Interno, Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo
Nell’Unione Europea l’Italia è il secondo Paese per numero di domande di protezione internazionale dopo la Germania. Nei Paesi UE le domande di protezione internazionale hanno registrato un significativo aumento nei recenti anni con il picco di oltre 1milione e 200mila prime domande nel 2016, ma nel corso del 2017 sono crollate raggiungendo la cifra di 650mila e registrando dunque un calo del 46% rispetto all’anno precedente. Ciò è dovuto in gran parte alla riduzione complessiva nel numero di arrivi via mare nell’UE. Con 198mila prime domande registrate nel 2017 la Germania rappresenta il 31% di tutte le richieste nella UE a 28; seguono l’Italia con 127mila richieste (prime domande di asilo, dati Eurostat), pari al 20% del totale, la Francia (91mila, il 14%), la Grecia (57mila, il 9 %). Relativamente alla graduatoria dei Paesi nel 2014 al secondo posto non vi era l’Italia ma la Svezia, da sempre uno dei Paesi più accoglienti d’Europa. Nel 2015 è stata seconda l’Ungheria e dal 2016 l’Italia si colloca al secondo posto, unico Paese insieme alla Germania con oltre 100mila domande di asilo in entrambi gli anni.
La Germania, nonostante conservi il primato per numero di domande ricevute, registra la più significativa riduzione dall’anno precedente, pari a -73%. Importanti cali in termini relativi anche nei Paesi dell’Est: -90% in Ungheria, – 82% in Bulgaria, -69% in Polonia.
L’Italia conquista il primato in Europa per numero di minori stranieri non accompagnati che richiedono asilo. Se il dato complessivo nei paesi UE si è dimezzato rispetto all’anno precedente (31.800 richieste contro le oltre 63mila del 2016), in Italia il trend è in continua crescita. Il nostro Paese supera la Germania e diventa primo destinatario di minori soli in cerca di protezione: oltre 9.900 domande (dati Eurostat), pari a quasi un terzo del totale delle domande presentate in tutti i Paesi UE.
Tab. 5. Numero di richiedenti asilo alla prima domanda. Anni 2016 e 2017
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Eurostat
Tab. 6. Numero domande esaminate e esito, anno 2017
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Eurostat
Nel 2017 i Paesi UE hanno concesso la protezione a 538mila richiedenti asilo. Oltre a questi si aggiungono 24mila rifugiati reinsediati. Tra asilo vero e proprio e protezione umanitaria, nel 2017 meno di metà dei richiedenti asilo ha ricevuto una risposta positiva cioè il 43%, tra cui il 46% in prima istanza e il 36% in appello. Il tasso di riconoscimento varia molto sia in base alla cittadinanza dei richiedenti asilo sia al Paese UE di accoglienza. Se dunque prevalgono nella UE gli esiti negativi, tra i primi quattro Paesi membri considerati per numero di richiedenti asilo nel 2017 si osserva che la Germania ha concesso più degli altri una forma di protezione internazionale, essendo il tasso di riconoscimento pari al 47,7%. Il tasso di riconoscimento più basso spetta alla Francia, che ha concesso protezione al 28% dei richiedenti asilo la cui domanda è stata esaminata nel corso del 2017.
Tab. 7. Le prime tre cittadinanze dei migranti che hanno ottenuto protezione internazionale nella UE, anno 2017*
* Il valore percentuale si riferisce alla proporzione della cittadinanza dei beneficiari sul totale dei beneficiari nel Paese
Fonte: Elaborazioni ISMU su dati Eurostat
Complessivamente si conferma che i siriani hanno registrato la più alta percentuale di decisioni positive, pari al 94%; mentre il tasso di riconoscimento complessivo registrato nella UE nel 2017 per i richiedenti asilo originari dai paesi prevalenti in Italia sono molto inferiori: per il Gambia è del 23%, Nigeria 22%, Pakistan 12%.
I dati italiani sottolineano la particolarità del nostro Paese, che accoglie soprattutto migranti africani e asiatici a cui viene spesso concessa la protezione umanitaria, cioè la forma di protezione meno tutelante e peraltro presente solo in alcune altre normative nazionali. Siria, Afghanistan e Iraq sono le tre principali cittadinanze di richiedenti asilo che hanno ottenuto protezione internazionale nei Paesi UE – in particolare i siriani costituiscono un terzo di tutti i beneficiari. Queste tre provenienze sono assenti in graduatoria nel nostro Paese.
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